Quando hai scoperto la tua passione per il viaggio? Ho avuto la fortuna di fare un viaggio “importante” già da bambina. Avevo poco più di dieci anni e i miei genitori organizzarono questa vacanza di famiglia alle Maldive, di un paio di settimane. Vent’anni fa viaggiare fuori Europa, ma che dico, fuori Italia, era proprio tutt’altro discorso. A me comunque, essere oltre oceano con persone che non parlavano la mia lingua e con una cultura totalmente diversa, sembrò una cosa normalissima. Nel tempo, diventò un bisogno di personale benessere. Ogni tot tempo, necessito un po’ di spazio in un ambiente totalmente diverso dal mio usuale.
Cosa rappresenta il viaggio per te? Libertà, umanità, consapevolezza, ma anche riscoperta di sé stessi. Non sai mai fino a dove potresti spingerti, fino a quando non viaggi e non ti trovi in situazioni fuori dalla tua comfort zone. Non necessariamente devono essere scene difficoltose, solo distanti dalla tua quotidianità. Viaggiare è sensibilizzarsi, è conoscersi e darsi possibilità di ampliare e diversificare il proprio punto di vista sulla vita e sul mondo.
Quanto è importante condividere le emozioni e i racconti dei tuoi viaggi? Alle volte è necessario. Sento proprio che per godere al meglio di una certa esperienza, mi sia necessario scriverne. D’altronde il motto “la felicità è vera solamente se condivisa”, è interpretabile anche così, virtualmente. Viaggio da sola, ma condivido i momenti, i luoghi e le emozioni tramite i miei articoli e le mie parole.
Cosa rappresenta per te Wanderoo? Lo consiglieresti? Una sfida personale, in realtà. Creare itinerari per viaggiatori sconosciuti, con preferenze e necessità così lontane dalle mie, alle volte risulta davvero impegnativo. E questo senza dubbio mi aiuta ad ampliare la mente. Mi fa viaggiare in un modo diverso e alternativo e mi accresce come persona, a livello caratteriale, ma anche professionale. Infatti, mi aiuta a conoscere nuovi luoghi e ad acquisire più familiarità e sicurezza con cambi di programma e tabelle orarie! Meno improvvisazione e più programmazione, sono skills ottime per una viaggiatrice che vive alla giornata. Consigliato certamente, aggiungere esperienze accrescitive può far solo che bene!
Quale è il viaggio che ti ha colpito di più? Quale invece ti ha deluso? Il viaggio del mio cuore risale a molti anni fa, alle Hawaii. Stetti via poco meno di due mesi e fu un viaggio unico, perché racchiusi un sacco di “prime volte” in una volta sola. Ad esempio, fu il mio primo viaggio da sola. Ma anche il mio primo viaggio zaino in spalla e il mio primo viaggio fatto di ostelli e di campeggi. Fu il mio viaggio più lontano da casa e il primo per cui davvero mi chiesi per che cosa stavo tornando e se non fosse il caso di restare. Il viaggio che mi ha delusa, invece, non esiste. A costo di sembrare banale, ho imparato con il tempo che tutto succede per una ragione e che ci sia sempre qualcosa da imparare. Ogni mio viaggio mi ha lasciato qualcosa di indelebile per cui devo ringraziare, per questo ho solo bei ricordi, anche dei viaggi più “difficili”.
La meta che consideri una seconda casa? Una definita ancora non esiste. Ogni destinazione che mi accolga con delle palme, diventa in automatico una casa per l’anima e quindi una mia seconda casa. “Le palme sono uno stato mentale”, mi piace sempre dire quando torno. Quindi sì alle isole, ma anche a molte città marocchine, ispaniche, costiere, etc…
Cosa non può mancare nel tuo viaggio? Che domanda difficile! Direi… una fotocamera! Che sia la mia compatta, la GoPro o il telefono. Oltre ad avere una pessima memoria, sono un’inguaribile nostalgica: necessito ricordi di ogni mio viaggio!! A parte questo, direi un documento e un bancomat, che sono la base per muoversi in libertà.
Quali sono i viaggi che hai come sogno nel cassetto? Ecco, questo è sempre stato un problema. Non ho viaggi nel cassetto, perché come mi viene voglia di visitare un posto, semplicemente mi organizzo e lo faccio. Per ora posso dire che il mio desiderio sia di poter continuare a viaggiare per tutto il mondo, per lavoro e per passione. Di continuare ad avere una mentalità aperta, e tanta voglia di imparare. E sono sicura che tutto verrà da sé!
Raccontaci come il viaggio ti ha cambiato. Più viaggiavo, più mi rendevo conto di quanto poco conoscessi del mondo e dell’essere umano. E sia chiaro, non è che ora ne sappia troppa di più. Viaggiare mi insegna che più mi sposto, di cultura, di stato, di ambiente, più sono consapevole di essere davvero un punto microscopico in un mondo infinito. Il mio blog nasce proprio da questo principio. Dall’impegno personale nel tuffarsi a pieno in una destinazione, partendo dal suo lato più umano e vero, le persone. Sono le persone che fanno la differenza in un viaggio. Il loro rispetto per l’ambiente, la natura. Viaggiare mi ha profondamente sensibilizzata. Svegliata, oserei dire.
Raccontaci il tuo rapporto con Wanderoo: perché sei felice di far parte di questa community? Per assurdo devo un grazie alla pandemia (solo uno però!). Abituata a viaggiare e a muovermi costantemente, se non fosse stato per questo momento di fermo non avrei conosciuto questa nuova realtà, che devo dire mi veste abbastanza bene. La cosa che preferisco è il rapporto umano con i riferimenti Wanderoo e con il viaggiatore che si appoggia alla piattaforma per l’itinerario. La possibilità di potersi scambiare messaggi, piuttosto che solamente email, rende il tutto più umano. Insomma, dietro a questi schermi ci sono comunque delle persone, no? Ecco, Wanderoo ti ricorda questo. E ovviamente, mi piace, eccome!